Summary: | Introduzione. La morte cardiaca improvvisa (MCI) è una delle principali cause di morte in servizio tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi. Il nostro progetto di ricerca mirava a : 1) valutare l’incidenza della MCI; 2) identificare i trigger occupazionali di MCI; 3) descrivere la prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolari personali tra i lavoratori dei servizi di emergenza statunitensi.
Metodi. Sono stati condotti studi indipendenti tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia. Abbiamo consultato delle banche dati gestite da agenzie federali statunitensi e condotto ad hoc sondaggi nazionali (USA).
Risultati principali. Tra il 1998 ed il 2012, il tasso di incidenza di MCI tra i vigili del fuoco in carriera è stato pari a 18.1 eventi per 100.000 anni-persona. La causa sottostante di morte più comune è stata la malattia coronarica. Tra i giovani vigili del fuoco (≤ 45 anni), il 63% delle MCI è stato osservato tra soggetti obesi. Questo dato è in linea con lo studio della dieta dei vigili del fuoco, che ha rivelato la necessità di condurre interventi per migliorare le abitudini alimentari in questa popolazione per diminuire la prevalenza dei comuni fattori di rischio cardiovascolare. Due studi hanno dimostrato che l’esecuzione di compiti fisicamente ed emotivamente intensi (ad esempio, lo spegnimento di incendi e le colluttazioni con sospetti) sono trigger importanti (rischi relativi superiori a 30) di MCI tra i vigili del fuoco e gli agenti di polizia.
Conclusioni. La riduzione dell’incidenza di MCI tra i lavoratori dei servizi di emergenza rappresenta una priorità assoluta. L’alto carico di malattia è imputabile alla prevalenza dei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali superiore a quanto comunemente pensato e all’esposizione a fattori di rischio professionali. Sono necessarie strategie di prevenzione primaria (es. variazioni delle abitudini alimentari) e secondarie (valutazione dell’idoneità alla mansione).
=== Background. Sudden cardiac death (SCD) is a major cause of on-duty death among US emergency workers. We conducted a research project aimed to: 1) assessing the incidence of cardiovascular diseases; 2) identifying occupational triggers of SCD; 3) describing the prevalence of personal cardiovascular risk factors among US emergency workers.
Methods. We performed separate investigations among firefighters and law enforcement officers. We obtained data on cardiovascular deaths from national databases maintained by federal agencies and we conducted a series of nationwide surveys.
Main results. Between 1998 and 2012, the incidence rate of SCD among US career firefighters was 18.1 per 100,000 person-years. Coronary heart disease was the leading underlying cause of death. Among young firefighters (≤ 45 years), 63% of deaths were observed among obese subjects. This observation is in line with our study on firefighters’ diet, which highlighted the need for dietary intervention in order to decrease the extremely high prevalence of traditional cardiovascular risk factors in a cohort of active firefighters. Two independent studies showed that stressful duties (e.g. fire suppression or restraints and physical altercation) are important trigger of SCD (relative risks>30) among firefighters and law enforcement officers.
Conclusions. The burden of sudden cardiac death among emergency workers is a major concern. On the one hand, emergency workers showed an unacceptably high prevalence of traditional risk factors, which were the main contributors of the observed incidence of coronary artery disease. On the other hand, law enforcement and firefighting involve extremely strenuous duties with may trigger cardiovascular events among susceptible individuals. The primary prevention of cardiovascular diseases in these populations must be considered a priority. In particular, dietary intervention might be particularly effective in decreasing the burden of SCD among emergency workers. As a secondary prevention strategy, emergency workers should receive sufficient evaluation to exclude underlying heart disease.
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