Summary: | Quello del falso è un problema con cui si sono dovuti confrontare gli specialisti di ogni epoca storica, ma che ha subito un’accelerazione e un’esasperazione con la storia del tempo presente, anche per via della simultanea presenza dei protagonisti che hanno reso più complessa una scena storica e memoriale segnata profondamente dal rapporto tra storici e testimoni e dall’articolazione della memoria pubblica e di quella privata. L’evento che più acutamente ha risentito del problema del falso in età contemporanea è certamente il genocidio degli ebrei compiuto dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale perché è proprio al cuore dell’impresa genocidiaria che è avvenuta la grande falsificazione che ha alimentato qualsiasi successivo discorso revisionista.
L’emersione del testimone sulla scena pubblica ha posto pertanto in modo acuto il problema dello statuto della testimonianza rendendo l’analisi del funzionamento della memoria indispensabile per comprendere quanto un testimone sia molto più utile per la descrizione, non tanto del fatto in sé, ma del modo in cui l’evento è stato socialmente codificato, registrato e trasmesso.
Il legame tra i casi esaminati, pur nella loro estrema eterogeneità, spaziando da false autobiografie, come quella di Binjamin Wilkomirski, a testi controversi, come quello di Jean-François Steiner, o da racconti contestati, come quelli di Deli Strummer e Herman Rosenblat, a narrazioni che nel tempo hanno subito importanti variazioni, come nel caso Aubrac e nelle vicende del libro di Alcide Cervi, sarà stabilito grazie alla centralità giocata, in ognuno di essi, dalla forma testimoniale e dall’altrettanto fondamentale argomentazione in termini di affaire.
Il problema del falso è stato perciò indagato all’interno delle ragioni storiche e culturali che hanno determinato la formazione discorsiva che ha per soggetto il testimone e la testimonianza come più autentico punto di vista sugli eventi del passato con le relative conseguenze sul piano storico e pubblico.
=== The problem of false, with which specialists of every historical periodare confronted, is an old problem, but it has been accelerated and exasperated with the history of the present time, also because of the simultaneous presence of the actors who have made more complex a historical and memorial scene profoundly marked by the relationship between historians and witnesses, and the articulation of public memory and the private. The event that most acutely suffered from the problem of false in the contemporary age is certainly the genocide of Jews committed by the Nazis during World War II because it was right in the heart of the genocide which occurred the great forgery that has fueled any subsequent speech revisionist.
The emergence of the witness on the public scene has put so acutely the question of the status of the witness making the analysis of the functioning of memory essential for the understanding of how a witness is much more useful for the description, not the fact itself, but the way in which the event was socially coded, recorded and transmitted.
The link between the cases examined, despite their great diversity, ranging from false autobiographies, such as Binjamin Wilkomirski, a controversial texts, such as Jean-François Steiner, stories or claims, such as those of Deli Strummer and Herman Rosenblat, narratives that have undergone major changes over time, such as Aubrac and events of the book of Alcide Cervi will be established thanks to the centrality played, in each of them, by the shape of witnessesing and the equally fundamental argument of the affair.
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