Summary: | Che cos’è il riferimento? La risposta che difendo è che il riferimento è un atto che coinvolge un parlante, un’espressione linguistica e uno specifico oggetto, in una data occasione d’uso.
Nel primo capitolo, inquadro storicamente il dibattito sul riferimento opponendo il modello soddisfazionale à la Russell a quello referenziale à la Donnellan. Introduco la teoria russelliana su nomi propri e descrizioni definite e difendo la tesi che gli usi referenziali siano caratterizzati da una direzione di adattamento inversa rispetto al modello soddisfazionale.
Nel secondo capitolo, sostengo che il riferimento è un’azione che può essere felice o infelice, a seconda che il parlante ne rispetti i vincoli o meno. Analizzo due condizioni necessarie del riferimento: che vi sia un legame causale tra parlante, espressione e referente, e che le parole siano usate convenzionalmente. Normalmente, si parla di fallimento referenziale solo quando il presunto referente non esiste, mentre io propongo di usare l’espressione per i riferimenti infelici.
Secondo e terzo capitolo equiparano più tipi di espressioni in merito al riferimento. Insisto sulla dipendenza contestuale di nomi propri e descrizioni definite (sia usate referenzialmente che attributivamente). Due degli argomenti usati sono basati sui nomi omofoni e omografi e sulle descrizioni definite incomplete.
Infine sintetizzo i punti precedenti in una proposta originale. L’atto referenziale, di cui ho difeso la possibilità che fallisca, è dipendente anche dall’essere teso verso la comunicazione. Per illustrare il punto confronto il processo di istituzione di una convenzione con l’uso di una convenzione già istituita.
Il progetto è di dare un resoconto del riferimento bilanciato tra l’uso del linguaggio incentrato sul soggetto e i suoi legami con il mondo, da una parte, e le espressioni linguistiche, strumenti per ottenere risultati all’interno di una data comunità, dall’altra parte. L’atto referenziale, sostengo, ha diverse gradazioni di efficacia dipendenti da tutti questi elementi.
=== What is reference? Reference is a relation. Then what are the relata? My answer is that reference is a relation between a speaker using a certain expression in a given context and an object.
One can analyze reference from different angles: starting from paradigmatic examples of referring expressions, like proper names, and trying to find out what properties they display; or individuating one or more properties that what refers should have and trying to understand what objects actually have these properties. I use both strategies.
When analyzing proper names, I argue that their reference depends on speakers’ uses of the names in given contexts. My main arguments for this are one from ambiguity of names and one from reference change.
I then argue that proper names, indexicals, descriptions and misdescriptions (used in a certain way) share the same mechanism of reference, although their behaviors are not the same in every respect. Basically, these kinds of expressions can all be used to “indicate” specific particulars, and their being used in this way plays a role in determining the truth conditions of sentences where they occur. Concerning descriptions, my key argument is one from incomplete descriptions.
And what does it take to refer? I consider three necessary conditions: a) that words are used with their conventional meaning; b) that the speaker has a causal-intentional link with the intended referent; c) that the appropriate action is performed. In arguing for these points I propose, illustrating it with many examples, my peculiar notion of referential failure. My final proposal is to explain reference as an action with gradual conditions of felicity dependent on tension towards communication and on the opportunity of the action performed.
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