Summary: | <p>Un ritorno alla <em>Summa theologiae </em>di fra’ Tommaso dei conti d’Aquino può consentire una qualche forma di riqualificazione e quasi di ri-uso della proprietà “divina” della Bellezza e del suo peculiare “uso” nella speculazione filosofico-teologica, specie considerando il fatto che l’impianto epistemologico di quest’opera teologico-filosofica della maturità dell’Angelico viene, per così dire, tratteggiato anche come una sorta di <em>sistema luminoso d’irradiazione</em>. Dal Bello divino in se stesso, questo sistema di riverberi si ripercuote su tutte le realtà create e fa sì che la stessa creatura ragionevole possa soddisfare il proprio inevitabile desiderio beatificante di eternità e capire, in qualche modo, il perché della tensione universale verso il bene che è bello, che ci si mostra come una sorta di pulsione <em>erotica</em>. Nel reticolo concettuale della <em>Summa theologiae, </em>siffatto sistema luminoso sembra espandersi, infatti, dalla prima verità evidente di per sé, che è Dio, alle verità acquisite subordinatamente, ma sempre mediante l’impronta della prima verità, posta dal Creatore nel nostro intelletto finito, che è anche l’intelletto del filosofo-teologo chiamato a discutere scientificamente i temi della sacra dottrina.</p>
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