Le scarpe sul vetro della realtà
Attraverso gli oggetti ricerco transazioni e scansioni tra l’io e il mondo, sia per indagare i corpi in relazione con gli oggetti, guardando alle ingiustizie della Storia, sia per parlare di testi dove le resistenze femminili agiscono tra opacità e responsabilità, fra affettività e passione politic...
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Format: | Article |
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Università di Roma Tor Vergata
2013-11-01
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Series: | Testo & Senso |
Online Access: | https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/266 |
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doaj-e4b6e3eaf7e44cbf91ec08ccc30b64742021-07-19T17:53:07ZengUniversità di Roma Tor VergataTesto & Senso2036-22932013-11-0114Le scarpe sul vetro della realtàClotilde Barbarulli Attraverso gli oggetti ricerco transazioni e scansioni tra l’io e il mondo, sia per indagare i corpi in relazione con gli oggetti, guardando alle ingiustizie della Storia, sia per parlare di testi dove le resistenze femminili agiscono tra opacità e responsabilità, fra affettività e passione politica. Da qui un viaggio di lettura in film ed in narrazioni di alcune scrittrici (Shirin Ramzanali Fazel, Ginevra Bompiani, Fatou Diome, Simona Vinci, Dubravka Ugrešic, Maria Rosa Cutrufelli, Cristina Ali Farah…) per rintracciare in particolare l’oggetto-scarpa, oggetto di uso e consumo quotidiano e nello stesso tempo attrattore complesso, mettendo in luce sentimenti, culture pubbliche, stereotipi e modelli. Se l’umanità comincia con il nostro incontro con le cose (Serres), quale narrabilità in tali forme di scambio? Nella complessità di una geografia plurale di culture, soggetti e luoghi, gli oggetti-scarpa dicono di dolori e desideri, evocano, in uno sguardo poetico, problematiche del “sociale-storico” (Castoriadis), sollecitando immaginazione, emozioni, riflessioni. --- My paper looks at transactions between the self and the world in order to investigate body-object relations within the inequities of History, and to speak of texts where feminine resistance is acted out through a tangle of responsibilities, affection and political passion. Hence my reading of films and narratives by women -- such as Shirin Ramzanali Fazel, Ginevra Bompiani, Fatou Diome, Simona Vinci, Dubravka Ugrešic, Maria Rosa Cutrufelli, Cristina Ali Farah -- where I look at shoes as objects of daily use and consumption which are at the same time complex attractors that highlight feelings, public cultures, stereotypes and templates. If humanity begins with our encounter with things, as Michel Serres maintains, what narrative form will take this exchange? In the complex geography of cultures, subjects, and places, the shoe-objects tell of sorrow and desire, evoke poetically socio-historical problematics, elicit musings, stimulate the imagination and emotions. https://testoesenso.it/index.php/testoesenso/article/view/266 |
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Attraverso gli oggetti ricerco transazioni e scansioni tra l’io e il mondo, sia per indagare i corpi in relazione con gli oggetti, guardando alle ingiustizie della Storia, sia per parlare di testi dove le resistenze femminili agiscono tra opacità e responsabilità, fra affettività e passione politica. Da qui un viaggio di lettura in film ed in narrazioni di alcune scrittrici (Shirin Ramzanali Fazel, Ginevra Bompiani, Fatou Diome, Simona Vinci, Dubravka Ugrešic, Maria Rosa Cutrufelli, Cristina Ali Farah…) per rintracciare in particolare l’oggetto-scarpa, oggetto di uso e consumo quotidiano e nello stesso tempo attrattore complesso, mettendo in luce sentimenti, culture pubbliche, stereotipi e modelli. Se l’umanità comincia con il nostro incontro con le cose (Serres), quale narrabilità in tali forme di scambio? Nella complessità di una geografia plurale di culture, soggetti e luoghi, gli oggetti-scarpa dicono di dolori e desideri, evocano, in uno sguardo poetico, problematiche del “sociale-storico” (Castoriadis), sollecitando immaginazione, emozioni, riflessioni.
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My paper looks at transactions between the self and the world in order to investigate body-object relations within the inequities of History, and to speak of texts where feminine resistance is acted out through a tangle of responsibilities, affection and political passion. Hence my reading of films and narratives by women -- such as Shirin Ramzanali Fazel, Ginevra Bompiani, Fatou Diome, Simona Vinci, Dubravka Ugrešic, Maria Rosa Cutrufelli, Cristina Ali Farah -- where I look at shoes as objects of daily use and consumption which are at the same time complex attractors that highlight feelings, public cultures, stereotypes and templates. If humanity begins with our encounter with things, as Michel Serres maintains, what narrative form will take this exchange? In the complex geography of cultures, subjects, and places, the shoe-objects tell of sorrow and desire, evoke poetically socio-historical problematics, elicit musings, stimulate the imagination and emotions.
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