Summary: | In questo articolo si affrontano alcune riflessioni emerse da un'esperienza di sociologia visuale. In particolare, si tratta la questione di come il media possa modificare la costruzione, la gestione e la restituzione delle informazioni raccolte con le interviste. Nella costruzione del discorso, il dibattito intorno alla sociologia visuale è utilizzato soltanto in modo funzionale a esplicitare che cosa sia un film di ricerca e come si differenzi dal documentario, per arrivare quindi ad argomentare quanto la finalità della restituzione possa giustificare artifici nella costruzione dell'informazione, o, per dirla in altre parole, quanta ricostruzione-fiction sia possibile operare nella misura della spendibilità del sapere sociologico. Un'altra questione rilevante, tangente a questi aspetti, che si tematizza a partire dalle suggestioni di Becker, è quanto le competenze tecniche del ricercatore possano essere determinanti nel governare il processo di costruzione delle informazioni nelle interviste videoregistrate. La tesi sottesa a questo lavoro è che un tale percorso possa aumentare il controllo da parte degli attori sul processo di costruzione delle informazioni, poiché prevede una partecipazione all'auto-rappresentazione e, anche, che tale processo possa produrre un'auto-esplorazione degli intervistati -ciò che Bourdieu ha chiamato "auto analisi provocata e accompagnata" - che può concorrere ad aumentare la contestuale adeguatezza e pertinenza delle informazioni. Il rapporto tra: analisi narrativa e rappresentazione delle identità, narrazione e contesto, intervistatore e intervistati e, conseguentemente, tra empatia e partecipazione, sono le questioni chiave attorno alle quali sono state sviluppate le argomentazioni.
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