Summary: | Giuseppe Baretti è uno scrittore di straordinaria modernità. Il primo scrittore europeo di lingua e cultura italiana: consapevole di esserlo e, pertanto, capace di rapportarsi da pari a pari con la letteratura internazionale del proprio tempo. La risposta italiana di Baretti ai dibattiti della cultura del suo secolo acquista sempre più importanza, ogni volta che si esamini il suo pensiero e la sua opera nella complessità dei problemi teorico-formali che egli cercò di affrontare. Tutte le letterature europee di cui conobbe le lingue ne nutrirono le opere, in un bisogno di analisi e comparazione e di interpretazione responsabile, che proietta Baretti nell’oggi. Il suo sguardo coglie la realtà con una attenzione nuova; e, nella urgenza di ampliare gli orizzonti della letteratura, una nuova soggettività si impone con forza nei generi che più gli sono congeniali: la critica letteraria e la letteratura di viaggio, solo per citarne due. E si esplica, soprattutto, nella commistione dei generi letterari, in un variegato insieme di scritture. Anche nella critica si intrecciano autobiografia e narrativa, comico ed ironia, parodia e invenzione, teatro e racconto, ecc., in modo tale che La Frusta letteraria appare molto originale nelle sue dimensioni multi-prospettiche e nella ricchezza delle fonti internazionali; da Baretti sempre discusse e ricreate in maniera personalissima, mai imitate pedissequamente: italiane (come Sforza Pallavicino, Salvator Rosa, Giovanni Lami) inglesi (ad es., Bacone e Butler), francesi (Boileau, Montaigne), spagnole (Cervantes). In particolare, nuova è l’idea che la critica letteraria non è solo esercizio di lingua e stile o “eloquenza”, ma anche e soprattutto di scelta eticamente orientata: da ciò deriva l’asserzione dell’importanza della metafisica e della lettura di Antonio Genovesi. E, per noi, anche la necessità di una nuova edizione della Frusta Letteraria, che tenga conto dell’uso barettiano delle maiuscole e delle minuscole, dei corsivi e simili, tesi a sottolineare la direzione e i significati di un discorso che vuole basare la critica su un metodo analogo a quello scientifico di Galileo, a partire dalla certa dimostrazione della lingua nei suoi valori denotativi e connotativi e dalla sensata esperienza dei referenti a cui essa rimanda e con la cui «sustanza» il soggetto deve sempre confrontarsi.
Giuseppe Baretti: a recovered classic
Giuseppe Baretti is a writer of extraordinary modernity. The first European writer of Italian language and culture: aware of it and, therefore, able to relate as equal with the international literature of his time time. Baretti’s Italian response to the cultural debates of his century becomes more and more important, every time we examine his thought and work, in the complexity of the theoretical and formal problems he tried to face. All the European literatures of which he knew the languages nourished his works, in a need for analysis, comparison and responsible interpretation, which projects Baretti into our present. He looks at reality with new attention; and, in the urgency of widening the literary horizons, a new Subjectivity imposes itself with force in its most congenial genres: literary criticism and travel literature, to name but two. And this Subjectivity is expressed, above all, in the mixture of literary genres, in a great variety of styles. Baretti’s autobiography and fiction, comedy and irony, parody and invention, theatre and narrative, etc., are also intertwined in his criticism, in such a manner that La Frusta Letteraria appears very original in its multi-perspective dimensions and richness of international sources: by Baretti always discussed and recreated in a very personal way, never imitated slavishly: Italian (as Sforza Pallavicino, Salvator Rosa, Giovanni Lami), english (as Bacone and Butler), french (Boileau, Montaigne), and spanish sources (Cervantes). In particular, new is the idea that literary criticism is not only an exercise of language and style, or “Eloquence”, but also and above all of ethically oriented choice. Hence the assertion of the importance of Metaphysics and the reading of Antonio Genovesi’s work. And, to us, even the need for a new edition of La Frusta Letteraria, able to take account of Baretti’s use of upper and lower letters, italics and so on. All this meant emphasizing the direction and meanings of a literary discourse aimed to base criticism on a critical method similar to the scientific one of Galileo, starting from the necessary demonstration of language with its denotative and connotative values and from the sensible experience of the points of reference to which it is connected and whose «substance» is always concerned with.
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