Summary: | La pandemia ha inciso profondamente anche nella fruizione e gestione dei luoghi della cultura. Ci vorrà tempo per tornare al numero elevatissimo di visitatori dei grandi musei statali che oggi si rivolgono alla cittadinanza di prossimità. Per questo occorrerà rendere stabile la capacità di dialogo attraverso il digitale, sorta in maniera improvvisata nella fase di confinamento e che da ora in avanti costituirà una leva strategica di rapporto con i cittadini. A questo fine occorrerà affrontare il tema della gestione dei luoghi della cultura a partire da un’ottica integrata della governance pubblica. I luoghi della cultura dovranno sempre di più diventare ‘piattaforme di benessere esperenziale’ e a tal fine meritevoli di un sostegno finanziario pubblico ancor di più se sapranno correttamente interpretare l’ispirazione della Convenzione di Faro. L’imprescindibile rapporto che lega la cultura allo sviluppo sociale ed economico dei territori meriterà maggiore attenzione dalle politiche pubbliche centrate sul sostegno a formule innovative di imprese culturali di servizio pubblico orientate ad una maggiore coesione sociale, che salvaguardino ed elevino nuova e buona occupazione. Le imprese culturali dovranno accrescere la loro capacità di dialogo con il sistema delle imprese private, anche loro sensibili ad un nuovo quadro di riferimento che pone come finalità dell’impresa, accanto al profitto, una crescente responsabilità sociale.
The pandemic has had a radical impact on the management and enjoyment of cultural venues. Much time will pass before great numbers of visitors return to the major state museums, which are now addressing themselves to residents in their local catchment areas. Achieving this call for the use of digital applications to stabilise the capacity for dialogue that was improvised during the lockdown and is destined to constitute a strategic tool in future relations with the public. This involves tackling the issue of how cultural venues are managed, starting from an integrated overview of public governance. Cultural venues must strive increasingly to become ‘platforms of beneficial experience’, of a mind that would merit the support of public funding, all the more so if they prove to be capable of making a coherent interpretation of the Convention of Faro. The unequivocal relationship between culture and the social and economic development of local areas deserves greater attention from public policies focused on supporting innovative forms of cultural enterprise at the service of audiences and oriented towards achieving greater social cohesion, safeguarding and increasing levels of quality employment. Cultural enterprises must increase their capacity for dialogue with the system of private enterprise, which is also alert to a new benchmark framework that features an greater emphasis on social responsibility as a corporate objective, in addition to the classical profit motive.
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