Un inusuale uso di uno scanner 2D per l’ottenimento di immagini ad alta risoluzione ed elevata profondità di campo di artefatti e oggetti tridimensionali

Questo articolo si propone di descrivere la possibilità di sopperire alla esigenza di fare ricorso a sistemi fotografici complessi per la catalogazione oggetti di ridotte dimensioni o di frammenti, ma anche di piccoli reperti tridimensionali o reperti archeologici, utilizzando come alternativa di fa...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: ernesto borrelli
Format: Article
Language:English
Published: mediaGEO soc. coop. 2017-06-01
Series:Archeomatica
Subjects:
Online Access:https://www.mediageo.it/ojs/index.php/archeomatica/article/view/1341
Description
Summary:Questo articolo si propone di descrivere la possibilità di sopperire alla esigenza di fare ricorso a sistemi fotografici complessi per la catalogazione oggetti di ridotte dimensioni o di frammenti, ma anche di piccoli reperti tridimensionali o reperti archeologici, utilizzando come alternativa di facile accesso e immediata applicazione una tecnica di estrema semplicità già ampiamente diffusa ed assolutamente semplice. Si tratta dell’uso particolare di uno scanner 2D, normalmente utilizzato per importare disegni piani e mappe, in questo caso usato invece per “scannerizzare” reperti o oggetti piuttosto che fotografarli. Riportiamo qui di seguito il metodo di acquisizione ad alta risoluzione proposto, limiti e vantaggi accompagnato da un’ampia casistica di applicazioni.  Il metodo descritto con gli esempi riportati vuole dimostrare la versatilità di un metodo di basso costo e di facile accessibilità enfatizzandone l’estensione della sua applicazione ai fini della documentazione nei più svariati campi di lavoro ottenendo immagini di elevata qualità.
ISSN:2037-2485