In corpo due anime: La chiave a stella tra finzione, testimonianza e antropologia
<p><em>La chiave a stella</em> viene, appena pubblicato, investito da un dibattito molto vivace dovuto alla carica polemica che sembrava assumere il testo rispetto al tema del lavoro. Anche la critica letteraria si concentra su questo aspetto, oltre che sulle qualità linguistiche d...
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Format: | Article |
Language: | English |
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Università degli studi di Trento
2016-11-01
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Series: | Ticontre: Teoria Testo Traduzione |
Online Access: | http://www.ticontre.org/ojs/index.php/t3/article/view/140 |
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doaj-a6e8b653b6fe4406b5d111b42d2761852020-11-24T23:50:17ZengUniversità degli studi di TrentoTicontre: Teoria Testo Traduzione2284-44732284-44732016-11-0106456394In corpo due anime: La chiave a stella tra finzione, testimonianza e antropologiaEmanuele Caon0Università degli studi di Padova<p><em>La chiave a stella</em> viene, appena pubblicato, investito da un dibattito molto vivace dovuto alla carica polemica che sembrava assumere il testo rispetto al tema del lavoro. Anche la critica letteraria si concentra su questo aspetto, oltre che sulle qualità linguistiche dell’opera. Mantenendo come punto fermo che la scelta del tema in Levi è centrale quanto la sua elaborazione artistica, si tenterà di dimostrare le qualità anzitutto letterarie del romanzo e solo alla fine si valuterà il suo motivo dominante. L’analisi inizia dalle strutture narrative, ovvero sulla capacità di Levi di saldare insieme i vari racconti nella forma romanzo, per passare poi alla rielaborazione della funzione testimoniale a scopi prettamente finzionali; argomento valido a erodere l’immagine stereotipata di Levi come il testimone del Lager per sbilanciarla maggiormente verso quella dello scrittore. Infine, sempre tenendo presente l’intera opera leviana, si affronta il tema del lavoro all’interno del romanzo, spesso accusato di risentire troppo dell’ideologia autoriale. L’ipotesi di ricerca è che Levi compia un percorso di scavo antropologico servendosi degli strumenti dell’invenzione letteraria e dell’elaborazione stilistica. Sono la distanza tra autore e personaggio e l’uso della figuralità letteraria a consentire a <em>La chiave a stella</em> di contraddire, almeno in parte, il controllo del proprio autore. Il romanzo si apre, dunque, alla polisemia e svela le sue capacità di durata nel tempo e di prefigurazione rispetto alla nuova configurazione post-fordista.</p><p> </p><p>The publication of <em>La chiave a stella</em> (1978) stirred an immediate and animated debate due to its polemic tones with regard to the theme of work. Indeed, beside the linguistic concerns, literary critics also focused on such theme. By starting from the assumption that Levi’s thematic choice is as fundamental as its artistic re-elaboration, the present contribution aims to emphasize primarily the stylistic qualities of the novel and subsequently to discuss its main motif. The research starts from the analysis of the narrative structures, in particular Levi’s capability of merging together different short stories. Subsequently, it highlights how the witness function is molded to fit fictional purposes. This serves as evidence to deconstruct Levi’s stereotyped image of Lager-witness and to reaffirm his role of writer. Without losing sight of the author’s entire production, the paper examines the controversial theme of work in <em>La chiave a stella</em>, which has often been accused of being biased by the author’s ideology. The hypothesis underlying this study is that Levi went through a process of anthropological discovery, by using the tools of literary invention and stylistic/formal elaboration. The distance between the author and the character and the use of literary imagery enable <em>La chiave a stella</em> to partially escape authorial control. Thus, the novel opens up to polysemy and reveals its capability to endure the passage of time and effectively anticipate the new post-fordist arrangement.</p><p> </p><p>PAROLE CHIAVE</p><p>Primo Levi; <em>La chiave a stella</em>; Romanzo; Letteratura come antropologia; Letteratura e lavoro; Finzione Testimoniale.</p>http://www.ticontre.org/ojs/index.php/t3/article/view/140 |
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<p><em>La chiave a stella</em> viene, appena pubblicato, investito da un dibattito molto vivace dovuto alla carica polemica che sembrava assumere il testo rispetto al tema del lavoro. Anche la critica letteraria si concentra su questo aspetto, oltre che sulle qualità linguistiche dell’opera. Mantenendo come punto fermo che la scelta del tema in Levi è centrale quanto la sua elaborazione artistica, si tenterà di dimostrare le qualità anzitutto letterarie del romanzo e solo alla fine si valuterà il suo motivo dominante. L’analisi inizia dalle strutture narrative, ovvero sulla capacità di Levi di saldare insieme i vari racconti nella forma romanzo, per passare poi alla rielaborazione della funzione testimoniale a scopi prettamente finzionali; argomento valido a erodere l’immagine stereotipata di Levi come il testimone del Lager per sbilanciarla maggiormente verso quella dello scrittore. Infine, sempre tenendo presente l’intera opera leviana, si affronta il tema del lavoro all’interno del romanzo, spesso accusato di risentire troppo dell’ideologia autoriale. L’ipotesi di ricerca è che Levi compia un percorso di scavo antropologico servendosi degli strumenti dell’invenzione letteraria e dell’elaborazione stilistica. Sono la distanza tra autore e personaggio e l’uso della figuralità letteraria a consentire a <em>La chiave a stella</em> di contraddire, almeno in parte, il controllo del proprio autore. Il romanzo si apre, dunque, alla polisemia e svela le sue capacità di durata nel tempo e di prefigurazione rispetto alla nuova configurazione post-fordista.</p><p> </p><p>The publication of <em>La chiave a stella</em> (1978) stirred an immediate and animated debate due to its polemic tones with regard to the theme of work. Indeed, beside the linguistic concerns, literary critics also focused on such theme. By starting from the assumption that Levi’s thematic choice is as fundamental as its artistic re-elaboration, the present contribution aims to emphasize primarily the stylistic qualities of the novel and subsequently to discuss its main motif. The research starts from the analysis of the narrative structures, in particular Levi’s capability of merging together different short stories. Subsequently, it highlights how the witness function is molded to fit fictional purposes. This serves as evidence to deconstruct Levi’s stereotyped image of Lager-witness and to reaffirm his role of writer. Without losing sight of the author’s entire production, the paper examines the controversial theme of work in <em>La chiave a stella</em>, which has often been accused of being biased by the author’s ideology. The hypothesis underlying this study is that Levi went through a process of anthropological discovery, by using the tools of literary invention and stylistic/formal elaboration. The distance between the author and the character and the use of literary imagery enable <em>La chiave a stella</em> to partially escape authorial control. Thus, the novel opens up to polysemy and reveals its capability to endure the passage of time and effectively anticipate the new post-fordist arrangement.</p><p> </p><p>PAROLE CHIAVE</p><p>Primo Levi; <em>La chiave a stella</em>; Romanzo; Letteratura come antropologia; Letteratura e lavoro; Finzione Testimoniale.</p> |
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