Summary: | Il testo muove da una ricognizione dello “stile” complessivo dell’interrogazione filosofica contemporanea: stile decostruttivo, che si risolve in un’illustrazione del limite istitutivo e costitutivo di ogni dire filosofico (e non solo filosofico). In un secondo tempo del suo intervento, l’autore si chiede se una tale comprensione, puramente “negativa”, di quel limite e della validità della parola che ne discende, non sia essa stessa ideologica, e se non sia possibile frequentare una definizione positiva di tale limite, e una possibilità non soltanto autodecostruttiva della parola filosofica “dopo” Nietzsche, Heidegger, Derrida.
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