Work life balance tra limiti istituzionali e pratiche innovative
Come rispondono le politiche di conciliazione cura-lavoro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori di nuova generazione: sempre più precari, poveri e instabili dal punto di vista reddituale e/o professionale? Con un sostanziale immobilismo politico. Questo è il quadro che viene fuori da un...
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Format: | Article |
Language: | English |
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Aracne editrice
2017-12-01
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Series: | DigitCult@Scientific Journal on Digital Cultures |
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doaj-8d339c0b9cb241ca8e209a09e8f1b0f72021-01-26T08:21:32ZengAracne editriceDigitCult@Scientific Journal on Digital Cultures2531-59942017-12-012310.4399/97888255099085 Work life balance tra limiti istituzionali e pratiche innovativeGiovanna CampanellaLuisa De Vita Come rispondono le politiche di conciliazione cura-lavoro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori di nuova generazione: sempre più precari, poveri e instabili dal punto di vista reddituale e/o professionale? Con un sostanziale immobilismo politico. Questo è il quadro che viene fuori da una rassegna delle principali politiche sociali italiane volte a supporto della genitorialità e alla garanzia dell’occupazione femminile. Il contributo mette in luce i limiti di tali politiche e coglie gli aspetti innovativi di pratiche che si sviluppano dal basso. Al contempo, una riflessione al margine lascia aperta una importante questione sul rapporto tra flessibilità e conciliazione, ovvero tra organizzazione del lavoro e tempi di cura per la famiglia. Nell’era della rivoluzione digitale, individuamo forti resistenze al cambiamento, sia da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto dal mondo produttivo, che vanta si modelli “agili” di forme di lavoro da un punto di vista formale (vedi il lavoro agile/ smart working) ma che dal punto di vista sostanziale rimane radicato a modelli di contrattazione standar che non agevola né la condizioine lavorativa da un punto di vista di tutele né la conciliaizone cura lavoro e quindi l’occupazione femminile. http://www.digitcult.it/index.php/dc/article/view/48 |
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Come rispondono le politiche di conciliazione cura-lavoro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori di nuova generazione: sempre più precari, poveri e instabili dal punto di vista reddituale e/o professionale? Con un sostanziale immobilismo politico. Questo è il quadro che viene fuori da una rassegna delle principali politiche sociali italiane volte a supporto della genitorialità e alla garanzia dell’occupazione femminile. Il contributo mette in luce i limiti di tali politiche e coglie gli aspetti innovativi di pratiche che si sviluppano dal basso. Al contempo, una riflessione al margine lascia aperta una importante questione sul rapporto tra flessibilità e conciliazione, ovvero tra organizzazione del lavoro e tempi di cura per la famiglia. Nell’era della rivoluzione digitale, individuamo forti resistenze al cambiamento, sia da parte delle istituzioni, ma anche e soprattutto dal mondo produttivo, che vanta si modelli “agili” di forme di lavoro da un punto di vista formale (vedi il lavoro agile/ smart working) ma che dal punto di vista sostanziale rimane radicato a modelli di contrattazione standar che non agevola né la condizioine lavorativa da un punto di vista di tutele né la conciliaizone cura lavoro e quindi l’occupazione femminile.
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