Nascere, amare, morire. I letti (e i loro abitanti) nella pittura bolognese tra XVI e XVII secolo
Alcuni esempi tratti dalla pittura Bolognese tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo illustrano i vari significati che il letto può assumere nei diversi contesti narrativi. Il letto può diventare un grande palcoscenico dove Orazio Samacchini riscrive un famoso episodio dell’Eneide enfatizzand...
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Ministère de la Culture et de la Communication
2019-09-01
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doaj-8c8c982d34c5473699d82bfd82d41fdf2020-11-24T21:47:51ZfraMinistère de la Culture et de la CommunicationIn Situ : Revue de Patrimoines1630-73052019-09-014010.4000/insitu.22905Nascere, amare, morire. I letti (e i loro abitanti) nella pittura bolognese tra XVI e XVII secoloMichele DanieliAlcuni esempi tratti dalla pittura Bolognese tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo illustrano i vari significati che il letto può assumere nei diversi contesti narrativi. Il letto può diventare un grande palcoscenico dove Orazio Samacchini riscrive un famoso episodio dell’Eneide enfatizzandone i caratteri sensuali e privati. Le protagoniste femminili dei dipinti di Denys Calvaert vivono vicende tragiche, ma con differenti sfumature: la rettitudine morale di Lucrezia, la imprudenza di Semele impongono ambientazioni adeguate, e l’artista sceglie per ognuna il letto più adatto. Il letto che Lorenzo Sabatini inserisce in un suo dipinto invece ha un significato puramente simbolico, e il pittore se ne serve per arricchire una raffigurazione allegorica. La mancanza di una corte e di un luogo centrale di potere ha privato Bologna, durante l’età moderna, della produzione di manufatti e mobili destinati alla residenza di un sovrano. Il paradigma dell’arredamento di lusso è dunque da ricercare nella pittura manierista fiorentina e romana, o nelle stampe fiamminghe, piuttosto che in oggetti reali alla portata degli artisti. Lo dimostra in maniera evidente un dipinto da Lavinia Fontana, un vero “ritratto di letto”: la sua esibizione di una agiatezza concreta lo rende molto diverso da quelli discussi in precedenza.http://journals.openedition.org/insitu/22905LettocullaBolognabolognesecinquecentoseicento |
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Alcuni esempi tratti dalla pittura Bolognese tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo illustrano i vari significati che il letto può assumere nei diversi contesti narrativi. Il letto può diventare un grande palcoscenico dove Orazio Samacchini riscrive un famoso episodio dell’Eneide enfatizzandone i caratteri sensuali e privati. Le protagoniste femminili dei dipinti di Denys Calvaert vivono vicende tragiche, ma con differenti sfumature: la rettitudine morale di Lucrezia, la imprudenza di Semele impongono ambientazioni adeguate, e l’artista sceglie per ognuna il letto più adatto. Il letto che Lorenzo Sabatini inserisce in un suo dipinto invece ha un significato puramente simbolico, e il pittore se ne serve per arricchire una raffigurazione allegorica. La mancanza di una corte e di un luogo centrale di potere ha privato Bologna, durante l’età moderna, della produzione di manufatti e mobili destinati alla residenza di un sovrano. Il paradigma dell’arredamento di lusso è dunque da ricercare nella pittura manierista fiorentina e romana, o nelle stampe fiamminghe, piuttosto che in oggetti reali alla portata degli artisti. Lo dimostra in maniera evidente un dipinto da Lavinia Fontana, un vero “ritratto di letto”: la sua esibizione di una agiatezza concreta lo rende molto diverso da quelli discussi in precedenza. |
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