Summary: | <p class="paper-author" style="font-size: 1.2em; font-weight: bold; text-align: justify; line-height: 1.2em; color: #000000; font-family: Palatino, Georgia, Arial, sans-serif; font-style: normal; font-variant: normal; letter-spacing: normal; orphans: auto; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: #ffffff;">"A CHIARE LETTERE" - CONFRONTI (di Francesco Zanchini di Castiglionchio)</p><div style="color: #000000; font-family: Palatino, Georgia, Arial, sans-serif; font-size: 13px; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: auto; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px; -webkit-text-stroke-width: 0px; background-color: #ffffff;" align="justify">Si sa che la nomina del card. Levada a Prefetto della Congregazione dottrinale va fatta risalire a una scelta personale di Benedetto XVI, che già l’aveva apprezzato come collaboratore durante la sua lunga presidenza del Dicastero, per poi nomiarlo suo successore, superando i dubbi insorti in Curia a proposito della mancanza, in lui, di una solida formazione accademico-teologica e canonistica. Ma perseverare diabolicum, se è vero che la sua figura ha poi inevitabilmente percorso l’intero cursus honorum della preminenza dottrinale, attraverso il meccanismo automatico, che porta l’investito anche alla presidenza della pontificia Commissione biblica, e poi della Commissione Teologica internazionale; ipoteca delicata, questa, su enti di ricerca per sé liberi, e comunque rispondenti a finalità non riconducibili a quella del controllo dottrinale.</div>
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