Qualche considerazione su processo diagnostico e lavoro analitico, alla luce dell’attuale interesse per la valutazione dimensionale
Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuov...
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2011-12-01
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Series: | Ricerca Psicoanalitica |
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doaj-811d1fed0df0472ebd74b46e6ecc8dcc2021-09-28T02:58:44ZengPAGEPress PublicationsRicerca Psicoanalitica1827-46252037-78512011-12-0122310.4081/rp.2011.439Qualche considerazione su processo diagnostico e lavoro analitico, alla luce dell’attuale interesse per la valutazione dimensionale Paola Brizzolara Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuovono il riconoscimento della diade pazienteterapeuta quale vertice osservativo del campo diagnostico. In tal senso, il lavoro della diagnosi presenta un’opportunità sia per estendere e rendere più raffinata la concettualizzazione del ruolo dell’analista, sia per riflettere su come i dati che emergono dalla valutazione possono essere impiegati nella pratica clinica. In particolare, attraverso la presentazione di una situazione clinica, è evidenziata l’importanza di una valutazione clinica aperta alla riformulazione lungo il lavoro terapeutico, per cogliere le nuove possibilità emergenti dal campo analitico nel momento presente, capace di comprendere e utilizzare le manovre implicite che il paziente mette in atto nella relazione terapeutica, alla ricerca dell’espansione della propria soggettività. https://www.pagepress.org/socialsciences/rp/article/view/439 |
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Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuovono il riconoscimento della diade pazienteterapeuta quale vertice osservativo del campo diagnostico. In tal senso, il lavoro della diagnosi presenta un’opportunità sia per estendere e rendere più raffinata la concettualizzazione del ruolo dell’analista, sia per riflettere su come i dati che emergono dalla valutazione possono essere impiegati nella pratica clinica. In particolare, attraverso la presentazione di una situazione clinica, è evidenziata l’importanza di una valutazione clinica aperta alla riformulazione lungo il lavoro terapeutico, per cogliere le nuove possibilità emergenti dal campo analitico nel momento presente, capace di comprendere e utilizzare le manovre implicite che il paziente mette in atto nella relazione terapeutica, alla ricerca dell’espansione della propria soggettività.
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