Zoogeografia storica e attuale dei carnivori e degli ungulati italiani
Come per la maggior parte degli altri paesi europei, anche l'attuale composizione delle specie a mammiferi italiane si prefigura in gran parte come il risultato della plurima e prolungata azione antropica condotta sull'ambiente naturale. Questa, avviatasi alcuni millenni or sono, condizion...
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Associazione Teriologica Italiana
2003-10-01
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Series: | Hystrix, the Italian Journal of Mammalogy |
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0394-1914 1825-5272 |
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Come per la maggior parte degli altri paesi europei, anche l'attuale composizione delle specie a mammiferi italiane si prefigura in gran parte come il risultato della plurima e prolungata azione antropica condotta sull'ambiente naturale. Questa, avviatasi alcuni millenni or sono, condiziona oggi più che mai la ridefinizione degli equilibri ecologici del nostro Paese. All'interno dell'attuale teriofauna terrestre italiana viene segnalata la presenza di 18 specie di carnivori e di 9 artiodattili, che può rivelarsi in alcuni casi come il risultato di acclimatazioni e/o naturalizzazioni di specie esotiche avvenute in cronologie diverse, anche di epoca molto recente. All'interno dei confini biogeografici dell'Italia andrebbero anche annoverate quelle popolazioni del cervo pomellato medio-orientale, <em>Axis axis</em> (Erxleben, 1777), che sono state naturalizzate in epoca storica assai recente in Istria ed in alcune isole del golfo del Quarnaro (Brioni Maggiore, Cherso e Plauno). Considerazioni analoghe potrebbero forse essere condotte anche per la diffusione artificiale di <em>Herpestes auropunctatus</em> Hodgson, 1836, su alcune isole della Croazia. Le specie fitofaghe riferibili ai gruppi tassonomici dei lagomorfi e degli artiodattili, e che vengono convenzionalmente comprese nella categoria della cosiddetta "selvaggina", sono tra quelle che hanno più subito un'alterazione condotta in profondità dei quadri faunistici originari, proprio in virtù dell'interesse economico e culturale che ancora rappresentano. Nel caso particolare di queste specie di interesse venatorio ci troviamo quasi sempre di fronte a popolazioni che sono state sottoposte ad intensa gestione e che hanno subito frequenti estinzioni locali seguite da reiterate reintroduzioni. Attualmente, data l'espansione sia naturale che artificiale degli ecotipi indigeni e di quelli alloctoni, si osserva ormai una sovrapposizione degli areali, per cui sembra piuttosto difficile riuscire in futuro a preservare inalterate le caratteristiche genetiche dei taxa "nativi" del territorio italiano. A parte alcuni casi di ampliamento spontaneo degli areali di distribuzione, anche le attuali composizioni a carnivori mostrano spesso le evidenze di un'alterazione preoccupante dei quadri biogeografici originari. L'eredità della ridefinizione globale degli equilibri ecologici originari italiani, condotta dall'uomo a partire dalle epoche preistoriche e continuata in quelle storiche senza apparente soluzione di continuità, suscita problemi di conservazione e di gestione non indifferenti. Fra di essi, deve essere tenuta in particolare conto la constatazione del fatto che, nella maggior parte dei casi, è impossibile ricostruire gli ecosistemi naturali del passato, poiché questi sono andati definitivamente distrutti e perduti da millenni. Riguardo, poi, alla vulnerabilità degli ecosistemi è anche piuttosto difficile riuscire a scongiurare in forma preventiva il rischio di nuove, future introduzioni. Va infine notato che in più di un caso le definizioni tassonomiche di cui disponiamo sono state basate su caratteri spesso inconsistenti e variabili, suscitando ancora oggi perplessità sulla validità sistematica di certi taxa, soprattutto se considerati a livello subspecifico. <strong>Carnivori</strong> <em>Canis aureus</em> (L., 1758) <em>Canis lupus</em> L., 1758 <em>Vulpes vulpes</em> (L., 1758) <em>Nyctereutes procyonoides</em> (Gray, 1834) <em>Ursus arctos</em> (L., 1758) <em>Procion lotor</em> (L., 1758) <em>Mustela erminea</em> L., 1758 <em>Mustela nivalis</em> L., 1766 <em>Mustela putorius</em> L., 1758 <em>Mustela vison</em> Schreber, 1777 <em>Martes foina</em> (Erxleben, 1777) <em>Martes martes</em> (L., 1758) <em>Meles meles</em> (L., 1758) <em>Lutra lutra</em> (L., 1758) <em>Genetta genetta</em> (L., 1758) <em>Herpestes edwardsii</em> (E. Geoffroy, 1818) <em>Felis silvestris</em> Schreber, 1775 <em>Lynx lynx</em> (L., 1758) <strong>Artiodattili</strong> <em>Sus scrofa</em> L., 1758 <em>Dama dama</em> (L., 1758) <em>Cervus elaphus</em> L., 1758 <em>Capreolus capreolus</em> (L., 1758) <em>Rupicapra pyrenaica</em> Bonaparte, 1845 <em>Rupicapra rupicapra</em> (L., 1758) <em>Capra aegagrus</em> Erxleben, 1777 <em>Capra ibex</em> L., 1758 <em>Ovis orientalis</em> Gmelin, 1774 |
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