Il riconoscimento delle professioni non regolate e la legge n. 4 del 14 gennaio 2013
Con l’entrata in vigore della legge 4/2013 che disciplina le professioni non organizzate, anche in Italia si introduce un sistema duale nel quale coesistono professioni esercitabili liberamente e professioni regolate dalla legge in quanto di particolare rilevanza pubblica. Da circa un ventennio si...
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Associazione italiana biblioteche
2014-01-01
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Series: | AIB Studi |
Online Access: | https://aibstudi.aib.it/article/view/9074 |
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doaj-78607f2c7d8848269b337d5e173c9e592021-07-02T17:17:47ZengAssociazione italiana bibliotecheAIB Studi2280-91122239-61522014-01-0153310.2426/aibstudi-9074Il riconoscimento delle professioni non regolate e la legge n. 4 del 14 gennaio 2013Raffaele De Magistris0Biblioteca Universitaria di Napoli Con l’entrata in vigore della legge 4/2013 che disciplina le professioni non organizzate, anche in Italia si introduce un sistema duale nel quale coesistono professioni esercitabili liberamente e professioni regolate dalla legge in quanto di particolare rilevanza pubblica. Da circa un ventennio si attendeva che il Parlamento ponesse mano alla riforma delle professioni: a richiederla erano non solo i professionisti non regolamentati, ma anche l’Unione Europea, per la quale la rigidità del sistema professionale italiano era in contrasto con alcuni dei cardini della politica comunitaria. Per i bibliotecari la necessità di un riconoscimento professionale si è fatta in questi anni via via più urgente, soprattutto – ma non solo – a causa del notevole incremento del lavoro precario. La prima parte dell’articolo analizza le ragioni storiche che in Italia hanno condotto al regime degli ordini, e i profondi cambiamenti di ordine sociale e politico che l'hanno messo in crisi a partire dagli anni Ottanta. Dopo una descrizione del mondo composito delle professioni non regolate, vengono quindi presi in esame alcuni degli aspetti più significativi della legge 4/2013, evidenziando come essa risenta del tentativo non solo di superare le inevitabili resistenze di natura corporativa, ma anche di mediare tra le diverse posizioni presenti all’interno del gruppo delle professioni non regolamentate. L’ultimo paragrafo invita gli organi di governo dell’AIB e tutta la comunità professionale a riflettere sul ruolo che l’associazione dovrà assumere in uno scenario così mutato. https://aibstudi.aib.it/article/view/9074 |
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Con l’entrata in vigore della legge 4/2013 che disciplina le professioni non organizzate, anche in Italia si introduce un sistema duale nel quale coesistono professioni esercitabili liberamente e professioni regolate dalla legge in quanto di particolare rilevanza pubblica. Da circa un ventennio si attendeva che il Parlamento ponesse mano alla riforma delle professioni: a richiederla erano non solo i professionisti non regolamentati, ma anche l’Unione Europea, per la quale la rigidità del sistema professionale italiano era in contrasto con alcuni dei cardini della politica comunitaria.
Per i bibliotecari la necessità di un riconoscimento professionale si è fatta in questi anni via via più urgente, soprattutto – ma non solo – a causa del notevole incremento del lavoro precario.
La prima parte dell’articolo analizza le ragioni storiche che in Italia hanno condotto al regime degli ordini, e i profondi cambiamenti di ordine sociale e politico che l'hanno messo in crisi a partire dagli anni Ottanta. Dopo una descrizione del mondo composito delle professioni non regolate, vengono quindi presi in esame alcuni degli aspetti più significativi della legge 4/2013, evidenziando come essa risenta del tentativo non solo di superare le inevitabili resistenze di natura corporativa, ma anche di mediare tra le diverse posizioni presenti all’interno del gruppo delle professioni non regolamentate. L’ultimo paragrafo invita gli organi di governo dell’AIB e tutta la comunità professionale a riflettere sul ruolo che l’associazione dovrà assumere in uno scenario così mutato.
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