Il processo di affermazione del potere romano attraverso le epistole in greco: autorità, amministrazione ed evergetismo nell’età repubblicana
da parte dei Romani nei rapporti con le compagini elleniche dall’intervento di Flaminino in Grecia all’età di Cesare. In particolare sarà indagato, attraverso l’esame di alcuni testi significativi, il grado di abilità degli scriventi romani nell’adottare e reinterpretare i modelli ellenistici della...
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Università degli Studi di Torino
2019-07-01
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doaj-715c6b634c69489182010defbe0a4d592021-09-13T20:03:56ZdeuUniversità degli Studi di TorinoHistorika : Studi di Storia Greca e Romana2240-774X2039-49852019-07-01810.13135/2039-4985/3471Il processo di affermazione del potere romano attraverso le epistole in greco: autorità, amministrazione ed evergetismo nell’età repubblicanaStefano Tropea da parte dei Romani nei rapporti con le compagini elleniche dall’intervento di Flaminino in Grecia all’età di Cesare. In particolare sarà indagato, attraverso l’esame di alcuni testi significativi, il grado di abilità degli scriventi romani nell’adottare e reinterpretare i modelli ellenistici della comunicazione regia con le comunità greche adattandoli di volta in volta alle proprie finalità. Ne emerge un quadro variegato, all’interno del quale l’incontro tra il linguaggio diplomatico greco, che i mittenti delle epistole tentano in parte di riprodurre, e il lessico politico romano dà vita in quei testi ad un nuovo e ricco idioma - greco nella forma, romano nella sostanza - in grado di esprimere le diverse sfumature assunte dal potere romano in Oriente nella tarda età repubblicana. Nell’epistola romana in lingua greca si dovrà dunque riconoscere tanto uno strumento di imposizione dell’autorità del Senato e dei suoi rappresentanti sulle province orientali quanto un mezzo di espressione della benevolenza romana in Oriente o anche semplicemente un veicolo per comunicare soluzioni amministrative alle comunità interessate. This paper provides an in-depth study on the resort to letter-writing by the Romans in the diplomatic intercourses with the Greek communities from the exploits of Flamininus in Greece until the age of Caesar. Through the exam of very meaningful texts, it will be particularly tested the ability of Roman letter-writers to adopt and reinterpret the Hellenistic models of royal communication to the Greek cities and peoples, on each occasion accommodating those models for their own specific purposes. The result is a multi-coloured picture in which the contact between the Greek diplomatic language, that the Roman letter-writers tried partially to reproduce, and the Roman political lexicon generates a new and rich idiom – Greek in form, Roman in spirit (Sherk) – that suitably portrays the variable forms taken up by the Roman authority in the East during Late Republic. In the Roman epistle in Greek we should then recognize a tool for imposing the power of the Senate and its deputies on the Eastern provinces as well as a way of expressing Roman benevolence towards the Greeks or sometimes just a vehicle for the communication of administrative arrangements.https://www.ojs.unito.it/index.php/historika/article/view/3471 |
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This paper provides an in-depth study on the resort to letter-writing by the Romans in the diplomatic intercourses with the Greek communities from the exploits of Flamininus in Greece until the age of Caesar. Through the exam of very meaningful texts, it will be particularly tested the ability of Roman letter-writers to adopt and reinterpret the Hellenistic models of royal communication to the Greek cities and peoples, on each occasion accommodating those models for their own specific purposes. The result is a multi-coloured picture in which the contact between the Greek diplomatic language, that the Roman letter-writers tried partially to reproduce, and the Roman political lexicon generates a new and rich idiom – Greek in form, Roman in spirit (Sherk) – that suitably portrays the variable forms taken up by the Roman authority in the East during Late Republic. In the Roman epistle in Greek we should then recognize a tool for imposing the power of the Senate and its deputies on the Eastern provinces as well as a way of expressing Roman benevolence towards the Greeks or sometimes just a vehicle for the communication of administrative arrangements. |
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