“AVREI QUALCOSA DA DIRE”. UN PROGETTO DI SCRITTURA CREATIVA IN CARCERE

<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Garamond, serif;">Questo lavoro nasce da un’esperienza di tirocinio all’interno della scuola media interna alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Nella prima parte si evidenziano l’importanza della scuola carc...

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Bibliographic Details
Main Author: Giulia Ottaviano
Format: Article
Language:English
Published: Università degli Studi di Milano 2015-02-01
Series:Italiano LinguaDue
Online Access:http://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4707
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spelling doaj-6a1f571705da45e1b366fb17d600fcac2020-11-24T23:06:02ZengUniversità degli Studi di MilanoItaliano LinguaDue2037-35972015-02-016240042510.13130/2037-3597/47074085“AVREI QUALCOSA DA DIRE”. UN PROGETTO DI SCRITTURA CREATIVA IN CARCEREGiulia Ottaviano<p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Garamond, serif;">Questo lavoro nasce da un’esperienza di tirocinio all’interno della scuola media interna alla Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino. Nella prima parte si evidenziano l’importanza della scuola carceraria negli istituti penitenziari italiani e il fondamentale aiuto che essa può fornire, in particolare, ai detenuti stranieri. Viene poi descritta la struttura del penitenziario e il tipo di formazione offerto ai detenuti italiano e stranieri. Si è dedicata particolare attenzione alle problematiche di una scuola inserita in un contesto di reclusione, dove le limitazioni imposte dall’istituzione influenzano radicalmente non solo l’utenza scolastica ma lo stesso svolgimento delle attività formative. Infine, dopo aver sottolineato l’importanza della scrittura in carcere – strumento di comunicazione ma soprattutto spazio di libertà e libera azione – si propone un progetto didattico di scrittura creativa per detenuti stranieri e italiani che valorizzi l’integrazione tra reclusi provenienti da diverse zone del mondo e la loro cultura e lingua d’origine. Si vuole inserire tale intervento in un’ottica di rieducazione del detenuto, incoraggiandone le inclinazioni personali, favorendo l’acquisizione di fiducia nelle proprie capacità e stima di sé e dunque stimolando la motivazione personale all’apprendimento. Nondimeno si vuole rispondere ai bisogni comunicativi dei detenuti stranieri e non di diverso livello di competenza della lingua italiana. </span></p><p align="JUSTIFY"> </p><p lang="en-US"> </p><p lang="en-US" align="JUSTIFY">“<span style="font-family: Garamond, serif;"><strong>I have something to say.” Creative writing in prison</strong></span></p><p lang="en-US"> </p><p align="JUSTIFY"><span style="font-family: Garamond, serif;"><span lang="en-US">This work stems from the author’s internship experience during Middle school at the Lorusso e Cutugno Prison in Turin. In the first part the importance of school in Italian prisons and the fundamental help they can provide, especially to foreign detainees, is highlighted. The structure of the prison system and the type of training offered to Italian and foreign prisoners is described. Particular attention is paid to the problems a school within a prison faces, where the limitations imposed by the institution radically affect not only the students but the conducting of educational activities. Finally, after stressing the importance of writing in prison – both as a communication tool but especially as a space for freedom of thought and action – an educational project on creative writing for foreign and Italian prisoners that enhances integration between inmates from different parts of the world and native cultures and languages is presented. This experience is part of the process of prisoner re-education, to encourage their personal inclinations, favor the acquisition of self-confidence and self-esteem and thus stimulate the motivation to learn. No less important are the communication needs of foreign and Italian prisoners with different levels of competence in the Italian language.</span></span></p>http://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/4707
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