Summary: | Nel suo incisivo ed equilibrato commento su “cosa c’è di europeo nell’antropologia europea”, Thomas Hylland Eriksen sostiene che ciò sia il suo cosmopolitismo. Una antropologia cosmopolita, prosegue Eriksen, potrebbe andare oltre le gerarchie di lingua, paese e istituzione; potrebbe offrire un orizzonte alla frizione tra diverse tradizioni che produca uno scambio intellettuale globale; e potrebbe elaborare approfondimenti globali da confrontare, comparativamente, sulle questioni locali dell’economia politica. In questo modo Eriksen crea interessanti connessioni tra l’“antropologia europea” come idea o concetto e l’“antropologia europea” come insieme di studi etnografici. Leggo qui l’idea che, in virtù dei fatti empirici che la ricerca antropologica in contesti europei ha portato alla luce, possiamo oggi immaginare un modo di praticare l’antropologia che è “cosmopolita” nel senso precedentemente spiegato. Vorrei impegnarmi, ugualmente, in una antropologia cosmopolita e vorrei esplorare ulteriormente ciò che nella natura del cosmopolitismo come concetto gli consente di avere il suo potere intellettuale e morale.
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