Il posto del silenzio nella teoria sociale: da forma relazionale a strumento di esclusione
Le molteplici applicazioni del progetto moderno hanno offerto elementi per analizzare non solo i cambiamenti strutturali che hanno investito le grandi configurazioni sociali ma anche le modifiche intervenute nella vita interoggettiva e nelle forme di relazione, rappresentazione e partecipazione. Tra...
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2014-11-01
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doaj-45edb53ae4a54b37b97607e97c7bc3b62021-01-02T04:51:03ZspaOsservatorio Processi ComunicativiM@GM@1721-98092014-11-011202Il posto del silenzio nella teoria sociale: da forma relazionale a strumento di esclusioneDonatella PacelliLe molteplici applicazioni del progetto moderno hanno offerto elementi per analizzare non solo i cambiamenti strutturali che hanno investito le grandi configurazioni sociali ma anche le modifiche intervenute nella vita interoggettiva e nelle forme di relazione, rappresentazione e partecipazione. Tra queste alterazioni si inserisce la mancata sinergia tra silenzio e parola che finiscono per escludersi a vicenda, provocando un impoverimento della vera comunicazione e delle possibilità di comprensione fra le persone. Altrettanto può dirsi in merito alla confusione creatasi tra l'immagine e la cultura dell'immagine, alimentata da logiche di spettacolarizzazione che irrompono fra parole vuote e silenzi escludenti. Ripercorrendo alcuni contributi della sociologia classica e contemporanea, la riflessione che si propone intende recuperare la complessità della relazione comunicativa, quale dinamica sostenuta dalla doppia istanza di apertura e di chiusura verso l'alterità, in un susseguirsi di parole e silenzi che creano vicinanze e distanze. La difficoltà di interpretare anche i silenzi più eloquenti attraversa lì esperienza relazionale, ma oggi risente anche della complicità creatasi tra vecchi e nuovi media nel valorizzare insieme una cultura delle immagini tesa ad escludere ciò che “non fa rumore”.http://www.magma.analisiqualitativa.com/1202/articolo_04.htmsociologiaspazilegami |
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Le molteplici applicazioni del progetto moderno hanno offerto elementi per analizzare non solo i cambiamenti strutturali che hanno investito le grandi configurazioni sociali ma anche le modifiche intervenute nella vita interoggettiva e nelle forme di relazione, rappresentazione e partecipazione. Tra queste alterazioni si inserisce la mancata sinergia tra silenzio e parola che finiscono per escludersi a vicenda, provocando un impoverimento della vera comunicazione e delle possibilità di comprensione fra le persone. Altrettanto può dirsi in merito alla confusione creatasi tra l'immagine e la cultura dell'immagine, alimentata da logiche di spettacolarizzazione che irrompono fra parole vuote e silenzi escludenti. Ripercorrendo alcuni contributi della sociologia classica e contemporanea, la riflessione che si propone intende recuperare la complessità della relazione comunicativa, quale dinamica sostenuta dalla doppia istanza di apertura e di chiusura verso l'alterità, in un susseguirsi di parole e silenzi che creano vicinanze e distanze. La difficoltà di interpretare anche i silenzi più eloquenti attraversa lì esperienza relazionale, ma oggi risente anche della complicità creatasi tra vecchi e nuovi media nel valorizzare insieme una cultura delle immagini tesa ad escludere ciò che “non fa rumore”. |
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