Summary: | Nel 2012 Orhan Pamuk inaugura a Istanbul il Museo dell’innocenza, di cui lo scrittore ha curato in dettaglio l’allestimento e il criterio di disposizione degli oggetti. La mostra trova il proprio nucleo originario nel romanzo Il Museo dell’innocenza del 2008. In quell’opera del 2008 il protagonista Kemal, evidente proiezione autoriale, sopperisce all’impossibilità di una relazione con la giovane Füsun attraverso la collezione dei cimeli a lei appartenuti, gli stessi che pochi anni dopo verranno esposti nel museo ideato da Pamuk e che saranno riprodotti nel catalogo L’innocenza degli oggetti. La realtà, pertanto, discende dalla finzione letteraria e offre un’ulteriore declinazione di quell’ “invenzione del vero” di cui Federico Bertoni ha affrontato i nodi teorici nel suo Realismo e letteratura. Partendo da un confronto tra la dimensione metatestuale del Museo dell’innocenza e i modi in cui si esplica il congenito scambio tra lo statuto della realtà e quello della finzione ne L’innocenza degli oggetti, il contributo intende proporre un focus sul rapporto che questo segmento della produzione di Pamuk intrattiene con il referente e sulle implicazioni memoriali e identitarie espresse dall’universo immaginato, e forgiato, dallo scrittore turco.
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