Spie, mandarini, bramini: i gesuiti e i loro travestimenti / Spies, Mandarins, Brahmins. The Jesuits and their disguises

Nella prima età moderna l’abito degli ordini religiosi rappresenta un importante fattore di identità immediatamente riconoscibile. È per questo motivo che i gesuiti vennero visti con sospetto: essi erano infatti vestiti come preti secolari. Ignazio di Loyola decise di non avere alcun segno distintiv...

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Bibliographic Details
Main Author: Sabina Pavone
Format: Article
Language:English
Published: eum edizioni università di macerata 2013-05-01
Series:Il Capitale Culturale: Studies on the Value of Cultural Heritage
Online Access:http://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/article/view/685
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description Nella prima età moderna l’abito degli ordini religiosi rappresenta un importante fattore di identità immediatamente riconoscibile. È per questo motivo che i gesuiti vennero visti con sospetto: essi erano infatti vestiti come preti secolari. Ignazio di Loyola decise di non avere alcun segno distintivo poiché voleva vivere nel mondo, ma la sua scelta venne male interpretata e intesa come una forma di dissimulazione: la mancanza di un abito specifico fu vista come strumentale all’assunzione di ogni tipo di travestimento e presto, in determinati contesti, i gesuiti vennero considerati vere e proprie spie. Ai loro occhi infatti indossare l’abito del paese che si accingevano a evangelizzare era anche il modo migliore, certo non l’unico, per entrare in contatto con le altre culture. In questo saggio si vuole prendere in esame tanto l’uso dell’abito come elemento della pratica evangelizzatrice nelle missioni quanto la leggenda nera che dalle origini circondò i gesuiti e vide proprio nell’abito uno dei segni più importanti della loro attitudine al travestimento.   In the early modern age, the religious orders habit represent a very significant factor of identity to be immediately recognised, that’s why the Jesuits were looked with suspicion: in fact they were dressed as secular priests. Ignazio of Loyola decided not to have any distinctive sign because he wanted to live inside the world, but this choice was misinterpreted as a way of dissimulation: the lack of an habit was considered as a manner to assume any kind of disguise and soon Jesuits were considered as spies. In their opinion, to take the habit of the country they wanted to evangelize, was also the best way to be brought into contact with others cultures. In this paper I would like to consider either the Jesuits evangelisation practice in missions or the black legend that since the origins surrounded them considering also the habit one of the most important signal of their custom in disguising.
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