«Le mieux est l’ennemi du bien». Roy Rosenzweig e il dibattito americano sulla public history agli albori del World Wide Web
Lo studio prende in esame il contributo fornito da Roy Rosenzweig al dibattito sulla public history tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, una fase in cui il mondo accademico e quello scolastico iniziavano a scoprire le opportunità e i rischi del digitale. Storico americano di formazione democ...
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Università degli Studi di Milano
2019-07-01
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doaj-3aa7f995572246d396d2d7e39fb0ee1b2020-11-25T01:51:14ZitaUniversità degli Studi di MilanoACME0001-494X2282-00352019-07-0171217919810.13130/2282-0035/1202410188«Le mieux est l’ennemi du bien». Roy Rosenzweig e il dibattito americano sulla public history agli albori del World Wide WebFabio Guidali0Università degli Studi di MilanoLo studio prende in esame il contributo fornito da Roy Rosenzweig al dibattito sulla public history tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, una fase in cui il mondo accademico e quello scolastico iniziavano a scoprire le opportunità e i rischi del digitale. Storico americano di formazione democratica e radicale, Rosenzweig fu tra i primi a riconoscere i vantaggi che il digitale può portare nell’ambito della conservazione documentaria e dell’apprendimento, ma anche nell’educazione alla ricerca storica grazie all’accesso diretto alle fonti. Il saggio mette tuttavia in luce anche i limiti del digitale precocemente individuati da Rosenzweig, quali l’assenza di contestualizzazione delle fonti online e di controlli qualitativi su di esse, nonché le restrizioni del copyright. Rosenzweig suggeriva, infatti, di valutare costi e benefici della nuova tecnologia e ciò che essa comporta dal punto di vista educativo e della ricerca storica, proponendo ai colleghi di impegnarsi per garantire una più ampia democratizzazione della conoscenza e una piena accessibilità delle fonti primarie e secondarie.https://riviste.unimi.it/index.php/ACME/article/view/12024 |
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Lo studio prende in esame il contributo fornito da Roy Rosenzweig al dibattito sulla public history tra gli anni Ottanta e i primi anni Duemila, una fase in cui il mondo accademico e quello scolastico iniziavano a scoprire le opportunità e i rischi del digitale. Storico americano di formazione democratica e radicale, Rosenzweig fu tra i primi a riconoscere i vantaggi che il digitale può portare nell’ambito della conservazione documentaria e dell’apprendimento, ma anche nell’educazione alla ricerca storica grazie all’accesso diretto alle fonti. Il saggio mette tuttavia in luce anche i limiti del digitale precocemente individuati da Rosenzweig, quali l’assenza di contestualizzazione delle fonti online e di controlli qualitativi su di esse, nonché le restrizioni del copyright. Rosenzweig suggeriva, infatti, di valutare costi e benefici della nuova tecnologia e ciò che essa comporta dal punto di vista educativo e della ricerca storica, proponendo ai colleghi di impegnarsi per garantire una più ampia democratizzazione della conoscenza e una piena accessibilità delle fonti primarie e secondarie. |
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