Bambini stranieri con bisogni speciali: rappresentazione della disabilità dei figli da parte delle famiglie migranti e degli insegnanti

Interviste qualitative a genitori immigrati di bambine e bambini con disabilità: 5 interviste a Cesena e 4 interviste a Pescara. Somministrazione questionari ad insegnanti. La maggioranza dei bambini frequenta la scuola primaria e qualcuno la secondaria. Dalle interviste fatte ai genitori, in partic...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Alain Goussot
Format: Article
Language:English
Published: University of Bologna 2010-02-01
Series:Ricerche di Pedagogia e Didattica
Online Access:http://rpd.unibo.it/article/view/1763
Description
Summary:Interviste qualitative a genitori immigrati di bambine e bambini con disabilità: 5 interviste a Cesena e 4 interviste a Pescara. Somministrazione questionari ad insegnanti. La maggioranza dei bambini frequenta la scuola primaria e qualcuno la secondaria. Dalle interviste fatte ai genitori, in particolare le madri si hanno una serie di indicazioni sulla storia nella prima infanzia, su come i genitori vivono la disabilità dei propri figli in una condizione particolare che è quella dell'esperienza migratoria. Nella ricostruzione della storia migratoria abbiamo anche la ricostruzione delle storie cliniche dei bambini; alcuni con disabilità congenite (la maggior parte) di tipo sensoriale (sordità, cecità) , qualcuno con disabilità intellettiva, vi sono anche due casi con disabilità acquisite. la ricerca mette in evidenza quanto lo sguardo e il vissuto dei genitori sia fortemente condizionato da alcuni variabili: cultura di origine, condizioni e motivi dell'esperienza migratoria, evento traumatico che provoca la disabilità, condizioni dell'accoglienza in Italia, storia familiare, aspettative di guarigione dei genitori. Vi è anche una analisi del vissuto delle madri e del loro modo di concepire la relazione con il figlio disabile: vissuto e concezione fortemente condizionati dalla cultura della cura del proprio contesto di origine e dalle condizioni psico-affettive e sociali dell'inserimento della donna. Vi sono madri che arrivano in Italia pensando di curare e 'riparare' il figlio, vi è anche chi si trova in difficoltà nel combinare lo sguardo medico della neuropsichiatria infantile 'occidentale' con lo sguardo della cultura tradizionale del paese di provenienza. Quello che emerge dal lavoro è anche l'importanza del nesso madre-figlia/o disabile nonché la valorizzazione delle forme di maternage veicolate dalle madri migranti; forme che non coincidono sempre con quelle italiane. I casi di accompagnamento positivo sono dovuti all'importanza di una rete di supporto che sappia farsi meticcia dal punto di vista culturale, che sappia creare le giuste mediazioni e anche fare funzionare la rete degli attori coinvolti (contesto scuola, insegnanti, insegnanti di sostengo, mediatori culturali, servizio neuropsichiatria infantile, genitori) in modo integrato costruendo lo spazio per l'incontro e il dialogo favorevole all'inclusione sociale e scolastica. Gli insegnanti evidenziano le difficoltà di rapporto scuola/famiglie e anche la necessità di sperimentare nuove metodologie sia sul piano dell’accoglienza che dei percorsi d’inclusione sociale e scolastica.
ISSN:1970-2221