Tassi di cambio fluttuanti, deprezzamento valutario e domanda effettiva
Il presente articolo esamina i vantaggi relativi dei tassi di cambio fluttuanti nei confronti di un regime di tassi di cambio a parità rigidamente ancorate (hard peg), ponendo particolare enfasi sulle implicazioni per la domanda effettiva. In particolare, esso valuta se un deprezzamento della valuta...
Main Authors: | , |
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Format: | Article |
Language: | Italian |
Published: |
Associazione Economia civile
2006-09-01
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Series: | Moneta e Credito |
Online Access: | http://ojs.uniroma1.it/index.php/monetaecredito/article/view/9752/9637 |
Summary: | Il presente articolo esamina i vantaggi relativi dei tassi di cambio fluttuanti nei confronti di un regime di tassi di cambio a parità rigidamente ancorate (hard peg), ponendo particolare enfasi sulle implicazioni per la domanda effettiva. In particolare, esso valuta se un deprezzamento della valuta abbia un effetto benefico sulla domanda aggregata e dunque sull’occupazione. Si sostiene che tale questione è centrale per il principio della domanda effettiva, e che l’idea che un deprezzamento valutario sia in grado di stabilizzare la domanda effettiva equivale in larga misura a sostenere che la flessibilità (verso il basso) dei salari nominali (e reali) possa assicurare la piena occupazione. Coerentemente con ciò, viene analizzata la relazione tra la flessibilità verso il basso dei salari e la domanda effettiva, e viene valutata criticamente (dal punto di vista sia teorico sia empirico) l’ipotesi che la flessibilità del tasso di cambio possa avere proprietà stabilizzanti quando si tenga conto di shock esogeni di varia natura. L’articolo si chiude con brevi deduzioni di teoria e di politica economiche. |
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ISSN: | 0026-9611 2037-3651 |