Narrazione di sé ed esperienza autobiografica nelle situazioni di sofferenza sociale dei luoghi di detenzione: il bisogno dell'altro e la necessità del confronto dialogico per superare il sentimento di vittimismo e sostenere il passaggio del momento riflessivo all'azione; una esperienza pratica

La narrazione di sé e la pratica autobiografica rappresentano quindi oltre ad un momento destinato alla autoriflessione e alla ricomposizione della trama della propria esistenza, la possibilità di riprogettarsi e ripensarsi non solo 'oltre' le parole con cui si viene descritti, ma spesso a...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Maria Cecilia Averame
Format: Article
Language:Spanish
Published: Osservatorio Processi Comunicativi 2010-02-01
Series:M@GM@
Subjects:
Online Access:http://www.analisiqualitativa.com/magma/0801/articolo_26.htm
Description
Summary:La narrazione di sé e la pratica autobiografica rappresentano quindi oltre ad un momento destinato alla autoriflessione e alla ricomposizione della trama della propria esistenza, la possibilità di riprogettarsi e ripensarsi non solo 'oltre' le parole con cui si viene descritti, ma spesso anche in opposizione ai termini degli altri. Si racconta la propria storia per ribadire la propria esistenza non solo come detenuto ma anche come individuo. Si contrappone all'etichetta di 'criminale' la complessità del proprio vissuto, si concede una valvola di sfogo per narrare la propria sofferenza esistenziale rischiando forse anche di auto-indulgere in un sentimento di vittimismo che rischia di prendere il sopravvento.
ISSN:1721-9809