Il lavoro degli altri. giornalismo, l’inchiesta e i limiti della rappresentazione
In una lunga conversazione con Maria Nadotti sul buon giornalismo, contenuta in Il cinico non è adatto a questo mestiere (edizioni e/o 2000), Ryzard Kapuscinski afferma che senza l’aiuto degli altri non si può scrivere un reportage: “Ogni reportage – anche se firmato solo da chi l’ha scritto – in re...
Main Author: | |
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Format: | Article |
Language: | English |
Published: |
professionaldreamers
2009-06-01
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Series: | lo Squaderno |
Subjects: | |
Online Access: | http://www.professionaldreamers.net/images/losquaderno/losquaderno12.pdf#page=18
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Summary: | In una lunga conversazione con Maria Nadotti sul buon giornalismo, contenuta in Il cinico non è adatto a questo mestiere (edizioni e/o 2000), Ryzard Kapuscinski afferma che senza l’aiuto degli altri non si può scrivere un reportage: “Ogni reportage – anche se firmato solo da chi l’ha scritto – in realtà è il frutto del lavoro di molti. Il giornalista è l’estensore finale, ma il materiale è fornito da moltissimi individui”1. Senza un lavoro di raccordo, un lungo peregrinare attraverso fonti orali e fonti scritte, basato sulla cooperazione e sulla comprensione reciproca, scrivere è impossibile. |
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ISSN: | 1973-9141 |