Summary: | <p>Come si organizza un corso di italiano L2 per donne migranti? Perché questi corsi si differenziano dalle altre proposte formative rivolte ad adulti immigrati? Basandosi sulle indicazioni del vademecum <em>Tutte le mamme a scuola</em>, il presente contributo cerca di rispondere a queste domande analizzando i bisogni linguistici delle donne migranti, interrogandosi su quale italiano insegnare, su quale metodo didattico adottare con particolare attenzione all’approccio autobiografico e all’“imparare facendo” e presentando i libri di testo rivolti a questa tipologia di apprendenti.</p> <p>Le tre interviste in appendice, raccolte in tre diversi centri che si occupano di corsi di italiano L2 per donne immigrate, raccontano come tutte queste indicazioni possano essere messe in pratica per cercare di soddisfare quel desiderio di integrazione e promozione sociale di cui le allieve si fanno portatrici, che rende la classe di lingua non solo il luogo in cui si impara a parlare italiano, ma anche un laboratorio sociale in cui sperimentare modi diversi di approcciarsi e di considerare la diversità.</p> <p> </p> <p> </p> <p><strong>Not only language. Italian L2 for migrant women between linguistic needs and the desire for integration.</strong></p> <p> </p> <p>How is an Italian L2 course organized for migrant women? Why are these courses different from other classes designed for adult immigrants? Based on the indications in the handbook <em>Tutte le mamme a scuola</em>, this article tries to answer these questions analyzing the linguistic needs of migrant women, considering what Italian should be taught, what teaching method should be used with special attention placed on the autobiographical approach and “learning by doing”.</p> The three interviews in the appendix, from three different centers which offer Italian L2 courses to immigrant women, tell about how these indications can be put into practice to satisfy the desire for the integration and social inclusion of these students, making the language class more than a place where Italian is learned, but it becomes a social laboratory where different approaches can be tried out and diversities can be made evident.
|