Summary: | Ma “La Sicilia” esiste? O, meglio: perché si crede che “La Sicilia” esista? Secondo l’approccio sociologico del Costruzionismo, lo si crede perché si vuole crederci: perché è rassicurante continuare a vedere la realtà nel modo in cui si è appreso a vederla. Berger e Luckmann ([1966] 1969) mettono in luce come la realtà che a noi appare oggettiva, granitica, sia costituita da immagini che sono frutto di elaborazione umana: 1) gli individui attribuiscono significati agli oggetti (esteriorizzazione), 2) considerano poi tali significati non come frutto di costruzione umana ma come realtà oggettiva (oggettivazione), e 3) attraverso i processi di socializzazione, fanno propri tali significati, considerandoli indiscutibili e ovvi (interiorizzazione).
La “Sicilia” che noi conosciamo quindi, come tutti gli altri oggetti di cui abbiamo esperienza, è frutto di costruzione sociale. Non possiede una propria realtà ontologica, non esiste in natura, ma la sua immagine è opera di coloro che hanno contribuito a crearla. Ed è tanto più irrealistica quanto più gli elementi che la compongono, ingigantiti e cristallizzati, impediscono di mettere a fuoco le altre molteplici componenti dell’isola.
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