“UNA IMPRESSIONE TUTTA NUOVA”: LEOPARDI TRADUTTORE DELLA POESIA GRECA ARCAICA
Il cosiddetto “passaggio dall’erudizione al bello”, avvenuto nella carriera di Leopardi intorno al 1816, nello Zibaldone è motivato dalla lettura intensiva e dagli esperimenti di traduzione svolti in quegli anni sui poeti greci: tuttavia, più che i numerosi esercizi su Anacreonte, Mosco e Teocrito...
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Università degli Studi di Milano
2021-01-01
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doaj-08ef042e950043a3ab69798f53ce562f2021-02-03T08:53:57ZengUniversità degli Studi di MilanoItaliano LinguaDue2037-35972021-01-0112210.13130/2037-3597/15025“UNA IMPRESSIONE TUTTA NUOVA”: LEOPARDI TRADUTTORE DELLA POESIA GRECA ARCAICAMaddalena La Rosa Il cosiddetto “passaggio dall’erudizione al bello”, avvenuto nella carriera di Leopardi intorno al 1816, nello Zibaldone è motivato dalla lettura intensiva e dagli esperimenti di traduzione svolti in quegli anni sui poeti greci: tuttavia, più che i numerosi esercizi su Anacreonte, Mosco e Teocrito compiuti perlopiù secondo gli stilemi settecenteschi della poesia arcadica, i testi che suscitano una maggiore empatia nel traduttore e quindi una maggiore originalità nella traduzione sono tratti dai poeti di età arcaica. Attraverso gli esempi delle traduzioni di Saffo, Alceo, Omero ed Esiodo, svolte tra il 1814 e il 1817, l’intervento intende offrire un’indagine dei metodi traduttivi di Giacomo Leopardi per approfondire come, anche grazie alla consultazione di diverse fonti librarie tra cui traduzioni latine e francesi, egli costruisca un nuovo e personale linguaggio poetico. “A whole new impression”: Giacomo Leopardi translator of Archaic Greek Poetry The so-called “passage from erudition to the beautiful”, which occurred in Leopardi’s career around 1816, was motivated in the Zibaldone thanks to his intensive reading and translating experiments done on Greek poets during those years. In place of numerous exercises on Anacreon, Moschus and Theocritus carried out according to eighteenth-century stylistic features of Arcadian poetry, the texts that aroused greater empathy in the translator and therefore more originality in his adaptations are those by poets of the Archaic age. By analyzing the translations of Sappho, Alcaeus, Homer and Hesiod done between 1814 and 1817, this paper investigates Giacomo Leopardi’s translation methods through which, thanks to the consultation of various book sources including Latin and French translations, he built a new, personal poetic language. https://riviste.unimi.it/index.php/promoitals/article/view/15025 |
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Il cosiddetto “passaggio dall’erudizione al bello”, avvenuto nella carriera di Leopardi intorno al 1816, nello Zibaldone è motivato dalla lettura intensiva e dagli esperimenti di traduzione svolti in quegli anni sui poeti greci: tuttavia, più che i numerosi esercizi su Anacreonte, Mosco e Teocrito compiuti perlopiù secondo gli stilemi settecenteschi della poesia arcadica, i testi che suscitano una maggiore empatia nel traduttore e quindi una maggiore originalità nella traduzione sono tratti dai poeti di età arcaica. Attraverso gli esempi delle traduzioni di Saffo, Alceo, Omero ed Esiodo, svolte tra il 1814 e il 1817, l’intervento intende offrire un’indagine dei metodi traduttivi di Giacomo Leopardi per approfondire come, anche grazie alla consultazione di diverse fonti librarie tra cui traduzioni latine e francesi, egli costruisca un nuovo e personale linguaggio poetico.
“A whole new impression”: Giacomo Leopardi translator of Archaic Greek Poetry
The so-called “passage from erudition to the beautiful”, which occurred in Leopardi’s career around 1816, was motivated in the Zibaldone thanks to his intensive reading and translating experiments done on Greek poets during those years. In place of numerous exercises on Anacreon, Moschus and Theocritus carried out according to eighteenth-century stylistic features of Arcadian poetry, the texts that aroused greater empathy in the translator and therefore more originality in his adaptations are those by poets of the Archaic age. By analyzing the translations of Sappho, Alcaeus, Homer and Hesiod done between 1814 and 1817, this paper investigates Giacomo Leopardi’s translation methods through which, thanks to the consultation of various book sources including Latin and French translations, he built a new, personal poetic language.
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