Note Minime per una teoria giuridica dei beni comuni
La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giur...
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Universidade do Oeste de Santa Catarina
2011-12-01
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Series: | Espaço Jurídico |
Online Access: | http://editora.unoesc.edu.br/index.php/espacojuridico/article/view/1550 |
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doaj-030b9ee5328c4215b8e21a5e61c7cf712020-11-25T01:29:29Zeng Universidade do Oeste de Santa CatarinaEspaço Jurídico1519-58992179-79432011-12-011221120758Note Minime per una teoria giuridica dei beni comuniAlberto LucarelliLa trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giuridica sui beni comuni o risorse comuni, da svolgere all’interno di un quadro politico-istituzionale, in grado di fissare principi e regole. Fintanto che lo Stato ha gestito i beni pubblici di sua proprietà non risultava di immediata necessità distinguere i beni comuni dai beni pubblici. Il problema sorge allorquando la gestione passa progressivamente a soggetti privati e alle istituzioni pubbliche rimane unicamente la mera titolarità del bene. Occorre evitare localismi e regionalismi; occorre evitare la realizzazione di tanti governi dei beni comuni, che contribuirebbero a frammentare ulteriormente la tutela dei diritti fondamentali. Questo sarebbe un errore imperdonabile e irreparabile, per il quale saremo tutti chiamati a rispondere verso le generazioni future. Ricordiamoci che efficienza e qualità nel governo dei beni comuni significano tutela della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, nel rispetto dei principi della dignità, della giustizia sociale e della solidarietà. Parole chiavi: Privatizzazione. Beni pubblici. Beni comuni.La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giuridica sui beni comuni o risorse comuni, da svolgere all’interno di un quadro politico-istituzionale, in grado di fissare principi e regole. Fintanto che lo Stato ha gestito i beni pubblici di sua proprietà non risultava di immediata necessità distinguere i beni comuni dai beni pubblici. Il problema sorge allorquando la gestione passa progressivamente a soggetti privati e alle istituzioni pubbliche rimane unicamente la mera titolarità del bene. Occorre evitare localismi e regionalismi; occorre evitare la realizzazione di tanti governi dei beni comuni, che contribuirebbero a frammentare ulteriormente la tutela dei diritti fondamentali. Questo sarebbe un errore imperdonabile e irreparabile, per il quale saremo tutti chiamati a rispondere verso le generazioni future. Ricordiamoci che efficienza e qualità nel governo dei beni comuni significano tutela della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, nel rispetto dei principi della dignità, della giustizia sociale e della solidarietà. Parole chiavi: Privatizzazione. Beni pubblici. Beni comuni.http://editora.unoesc.edu.br/index.php/espacojuridico/article/view/1550 |
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Parole chiavi: Privatizzazione. Beni pubblici. Beni comuni.La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giuridica sui beni comuni o risorse comuni, da svolgere all’interno di un quadro politico-istituzionale, in grado di fissare principi e regole. Fintanto che lo Stato ha gestito i beni pubblici di sua proprietà non risultava di immediata necessità distinguere i beni comuni dai beni pubblici. Il problema sorge allorquando la gestione passa progressivamente a soggetti privati e alle istituzioni pubbliche rimane unicamente la mera titolarità del bene. Occorre evitare localismi e regionalismi; occorre evitare la realizzazione di tanti governi dei beni comuni, che contribuirebbero a frammentare ulteriormente la tutela dei diritti fondamentali. Questo sarebbe un errore imperdonabile e irreparabile, per il quale saremo tutti chiamati a rispondere verso le generazioni future. Ricordiamoci che efficienza e qualità nel governo dei beni comuni significano tutela della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, nel rispetto dei principi della dignità, della giustizia sociale e della solidarietà.
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