Note Minime per una teoria giuridica dei beni comuni

La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giur...

Full description

Bibliographic Details
Main Author: Alberto Lucarelli
Format: Article
Language:English
Published: Universidade do Oeste de Santa Catarina 2011-12-01
Series:Espaço Jurídico
Online Access:http://editora.unoesc.edu.br/index.php/espacojuridico/article/view/1550
Description
Summary:La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giuridica sui beni comuni o risorse comuni, da svolgere all’interno di un quadro politico-istituzionale, in grado di fissare principi e regole. Fintanto che lo Stato ha gestito i beni pubblici di sua proprietà non risultava di immediata necessità distinguere i beni comuni dai beni pubblici. Il problema sorge allorquando la gestione passa progressivamente a soggetti privati e alle istituzioni pubbliche rimane unicamente la mera titolarità del bene. Occorre evitare localismi e regionalismi; occorre evitare la realizzazione di tanti governi dei beni comuni, che contribuirebbero a frammentare ulteriormente la tutela dei diritti fondamentali. Questo sarebbe un errore imperdonabile e irreparabile, per il quale saremo tutti chiamati a rispondere verso le generazioni future. Ricordiamoci che efficienza e qualità nel governo dei beni comuni significano tutela della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, nel rispetto dei principi della dignità, della giustizia sociale e della solidarietà. Parole chiavi: Privatizzazione. Beni pubblici. Beni comuni.La trasformazione dello Stato sociale, il progressivo deterioramento e depauperamento delle risorse comuni, la ‘privatizzazione’ dei beni pubblici (dismissione e gestione privatistica) e il conseguente indebolimento dei diritti fondamentali a essi riconducibili, rende necessaria una riflessione giuridica sui beni comuni o risorse comuni, da svolgere all’interno di un quadro politico-istituzionale, in grado di fissare principi e regole. Fintanto che lo Stato ha gestito i beni pubblici di sua proprietà non risultava di immediata necessità distinguere i beni comuni dai beni pubblici. Il problema sorge allorquando la gestione passa progressivamente a soggetti privati e alle istituzioni pubbliche rimane unicamente la mera titolarità del bene. Occorre evitare localismi e regionalismi; occorre evitare la realizzazione di tanti governi dei beni comuni, che contribuirebbero a frammentare ulteriormente la tutela dei diritti fondamentali. Questo sarebbe un errore imperdonabile e irreparabile, per il quale saremo tutti chiamati a rispondere verso le generazioni future. Ricordiamoci che efficienza e qualità nel governo dei beni comuni significano tutela della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, nel rispetto dei principi della dignità, della giustizia sociale e della solidarietà. Parole chiavi: Privatizzazione. Beni pubblici. Beni comuni.
ISSN:1519-5899
2179-7943